De Crescenzo: "Pietrarsa e la tragica coincidenza, era la più grande fabbrica 'metalmeccanica' d'Italia"
"Al Sud le tragiche morti sul lavoro spesso sono la conseguenza di una questione meridionale iniziata proprio negli anni della strage di Pietrarsa.

Gennaro De Crescenzo, storico e saggista napoletano, in un post ha ricordato la grandezza di Pietrarsa, località al confine tra Napoli, Portici e San Giorgio in cui oggi sorge il Museo Nazionale Ferroviario e luogo in cui la SSC Napoli di Aurelio De Laurentiis ha organizzato la scorsa cena di Natale.
Queste le sue parole: "6 AGOSTO 1863. Dal 1842 quella di Pietrarsa era la più grande fabbrica "metalmeccanica" d'Italia per estensione, produttività e numero di operai (1050, 480 all'Ansaldo di Genova), motore dei motori (si costruivano gli impianti per le altre fabbriche), segnale chiaro di indipendenza da parte di Ferdinando II di Borbone ("per liberarci dal braccio straniero-inglese"), crisi progressiva dopo il 1860 con appalti sempre più ridotti e trend di crescita elevatissimi interrotti e il tutto viene segnato dalla data del 6 agosto 1863 quando gli operai che protestavano contro la riduzione degli occupati furono incalzati dai bersaglieri su richiesta del faccendiere messo lì a ridimensionare la fabbrica (l'ambiguo Jacopo Bozza, schema utilizzato spesso anche oggi) e su disposizione del questore del tempo (il famoso Nicola Amore).
Da tempi non sospetti e grazie alle nostre ricerche archivistiche, fin dalla fine degli anni Novanta celebriamo i primati e i martiri di Pietrarsa. Ora, in tanti, celebrano giustamente la data del 6 agosto per ricordare il massacro degli operai (almeno sette, come documentato nelle ricerche pubblicate in “Noi, i neoborbonici”). Cambia la storia e ne siamo felici e fieri. Ai soliti noti (idioti o complici) del "sì però" posso solo ricordare che la storia spesso è fatta di cose semplici e fino a quando c'erano i Borbone a Pietrarsa gli operai lavoravano e tornavano a casa, dopo i Borbone non lavoravano più e magari venivano uccisi e non tornarono più a casa.
Memoria, Orgoglio e Riscatto anche a partire da Pietrarsa ma intanto registriamo una (amara) coincidenza: uno degli operai morti dopo la corsa all'ospedale dei Pellegrini sulla carrozza-ambulanza del tempo ("ferite da arma da baionetta alle spalle", incastrato sui cancelli che davano sul mare) si chiamava Domenico Del Grosso. Si chiamava Del Grosso anche uno degli operai caduti da una gru al Rione Alto a Napoli qualche giorno fa. Qui al Sud quelle tragiche morti sul lavoro molto spesso sono la conseguenza di una questione meridionale iniziata proprio negli anni della strage di Pietrarsa e mai risolta (qui si accetta, quando si trova, qualsiasi lavoro a qualsiasi costo e a qualsiasi condizione)".
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